In questi giorni, nel porto di Palermo, si è svolto un significativo evento a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci, attualmente impegnata nel suo Tour del Mediterraneo. Il panel, intitolato “La cultura della legalità contro il disagio giovanile”, ha commemorato il centenario della nascita del giudice Rocco Chinnici.

L’iniziativa, frutto della collaborazione tra l’Associazione Rocco Chinnici e la Fondazione Francesca Rava, ha visto la partecipazione di figure di spicco del mondo civile e istituzionale. Tra i relatori, l’onorevole Caterina Chinnici, magistrato e vicepresidente della Fondazione Rocco Chinnici; monsignor Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Conferenza Episcopale Siciliana; il magistrato Giuseppe Tango e la dottoressa Delfina Boni, responsabile del progetto “Palla al centro” della Fondazione Rava. La giornalista e conduttrice Rai Claudia Conte ha moderato l’incontro.

Il dibattito si è concentrato sull’eredità morale e civile di Rocco Chinnici, pioniere nella lotta alla mafia e ideatore del primo pool antimafia. Chinnici credeva fermamente nel potenziale dei giovani come baluardo contro la cultura criminale. “La criminalità spesso sfrutta i giovani – ha ricordato Caterina Chinnici – ma mio padre confidava nella loro capacità di ribellarsi alla mafia”.

Durante l’incontro è stata sottolineata l’importanza di una stretta collaborazione tra istituzioni, società civile e il settore educativo per edificare un futuro basato su valori solidi, testimonianze significative e modelli positivi. In questo contesto, l’Ammiraglio Giuseppe Berutti e il Comandante Francesco Lai della Vespucci hanno ribadito l’impegno della Marina Militare nel supportare i giovani attraverso la formazione e la promozione della legalità.

Il magistrato Tango ha focalizzato il suo intervento sulle nuove forme di sfruttamento giovanile, come il “caporalato digitale”, e sulla precarietà lavorativa, fattori che alimentano disoccupazione, emigrazione e calo demografico. “Il lavoro – ha affermato – è la base della libertà e della dignità”.

Il vescovo Raspanti ha offerto una profonda riflessione sul ruolo cruciale dell’educazione: “È necessario educare i giovani all’amore, perché è questo che guarisce le ferite. La società non può rimanere inerte, ma deve essere protagonista dello sviluppo. Il lavoro non va solo garantito come diritto, ma vissuto anche come un dovere verso il bene comune”.

Particolarmente toccante è stata la testimonianza della dottoressa Boni sul progetto “Palla al centro”, attivo negli istituti penali minorili per creare un collegamento tra i ragazzi detenuti e il territorio esterno. “Questi ragazzi sono molto più del reato che hanno commesso. Vogliamo offrire loro speranza e un futuro, costruendo percorsi concreti di reinserimento sociale e lavorativo”.

L’incontro, ricco di spunti di riflessione e prospettive, ha rinnovato l’impegno a costruire una società che guarda ai giovani con fiducia, offrendo loro strumenti concreti per affrontare il disagio e intraprendere il cammino della legalità.

Fonte e foto: Ufficio Comunicazioni Sociali, Diocesi di Acireale

Segui Porta di Servizio

Seguici sul nostro canale WhatsApp oppure qui t.me/portadiservizio sul gruppo Telegram.

Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È Presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e membro dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.