La morte di un Papa è sempre un evento “traumatico” per la Chiesa che si ritrova, di colpo, privata della sua guida. Esiste però una complessa e dettagliata procedura che regola l’interregno tra un pontefice defunto e il suo successore, fissata dalla prassi secolare e dalle innovazioni più recenti.
La Sede vacante
Diciamo subito che, quando un Papa muore (o rinuncia), si entra nella fase della “Sede Apostolica vacante” in cui la diocesi di Roma è priva del vescovo e quindi la Chiesa è senza un Papa.
In questa fase, come specifica la costituzione apostolica “Universi dominici gregis” del 1998, il governo della Chiesa è affidato al Collegio dei Cardinali ma per il solo disbrigo degli affari “ordinari”, lasciando al futuro Papa le decisioni più importanti. I cardinali, compresi gli ultraottantenni, non possono in alcun modo modificare le leggi emanate dai Papi o disporre circa i diritti della Santa Sede.
Automaticamente decadono dai loro uffici tutti i capi dei dicasteri e perfino il Segretario di Stato, mentre rimangono in carica solo il Camerlengo, il Penitenziere maggiore, il Vicario per la diocesi di Roma, l’arciprete della Basilica Vaticana e il Vicario generale per la Città del Vaticano.
Il Camerlengo
Tocca al cardinale Camerlengo, attualmente l’irlandese Kevin Joseph Farrell, curare e amministrare i beni e i diritti della Santa Sede, con l’aiuto di tre cardinali assistenti e, in casi particolari, dell’intero Collegio.
Così come è stato compito del Camerlengo accertare ufficialmente la morte del Papa e apporre i sigilli agli appartamenti.
Le esequie
Si attiva così la procedura per le esequie del Romano Pontefice che però Papa Francesco ha voluto modificare appena qualche mese fa, con la pubblicazione di una nuova edizione del rituale detto “Ordo Exsequiarum Romani Pontificis”.
I testi sono stati rivisti in accordo con la terza edizione del Messale romano, con il nuovo Lezionario e con il nuovo rito delle esequie, adattando anche alcuni termini e aggiorando le litanie dei santi.
La prima stazione si svolge nella cappella del Papa defunto che viene messo in una bara di legno e zinco, prima di essere spostato nella Basilica di San Pietro; la nuova procedura ha eliminato la traslazione nel Palazzo apostolico, la triplice bara e il catafalco.
La seconda stazione si svolge nella Basilica dove, chiusa la bara, si tiene la messa esequiale con la raccomandazione e il commiato, previsti per sabato mattina; il corpo del Papa rimane all’interno del feretro. La terza e ultima stazione si tiene invece nel luogo della sepoltura (che in questo caso sarà la Basilica di Santa Maria Maggiore).
I novendiali
Il rituale prevede che i cardinali, dalla messa esequiale, celebrino per nove giorni (da qui il nome “novendiali”) le messe in suffragio del Papa, secondo un ordine tradizionale.
Il Conclave
Tra i 15 e i 20 giorni dopo la morte del Papa, o meglio da quando la Sede apostolica è legittimamente vacante, inizia il Conclave, a meno che tutti i cardinali non siano già a Roma e il Collegio non decida di anticipare.
Questa fase inizia con una solenne celebrazione eucaristica in San Pietro con tutti i cardinali elettori (cioè con meno di 80 anni) che poi si recheranno alla Cappella Sistina, dove saranno “chiusi a chiave” (da qui il nome) per eleggere il successore del principe degli apostoli.
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