Mille litri di olio dalle Chiese di Sicilia e 20mila euro – da parte della Regione Siciliana – per il restauro di due opere d’arte. È questo il contributo che la Sicilia porterà ad Assisi, il prossimo 4 ottobre, in occasione delle celebrazioni annuali che si svolgono nella città umbra per la festa liturgica di San Francesco.
L’offerta dell’olio
L’offerta dell’olio per alimentare la lampada – che arde in modo perpetuo davanti alla tomba del Santo – è una tradizione che ogni anno vede protagoniste le varie regioni italiane, le quali, a rotazione, hanno l’onore di esprimere il loro legame con il messaggio francescano. Quest’anno è il turno della Sicilia che, fra le altre cose, offrirà anche una confezione di olio prodotto nel “Giardino della Memoria” come simbolo della lotta contro tutte le mafie.
Infatti, nel “Giardino della Memoria” – ubicato tra le due corsie autostradali dove furono uccisi Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro – si produce ogni anno un certo quantitativo di olio che viene utilizzato anche nella Messa Crismale del Giovedì Santo delle Chiese di Sicilia, per la benedizione degli oli santi, e in altre manifestazioni antimafia.
Ad Assisi – accompagnati da 128 presbiteri e 4 diaconi – saranno presenti 2.200 pellegrini.
La delegazione siciliana
La delegazione siciliana sarà guidata dal Presidente della Regione, Renato Schifani, e dal Presidente della CESi, monsignor Antonino Raspanti, vescovo di Acireale. Presiederanno anche i vescovi della Sicilia, le amministrazioni locali accompagnate dai sindaci e dai rappresentanti della cittadinanza siciliana.
«L’olio prodotto dalla terra siciliana – ha detto il presidente della Regione, Renato Schifani – è frutto del lavoro appassionato della sua gente e collega la nostra amata terra a San Francesco. Questo atto, ricco di storia, è destinato a lasciare un segno profondo nella memoria collettiva della regione e dell’intera nazione, con l’impegno di costruire un futuro migliore, ispirato dai principi di giustizia e solidarietà che San Francesco ci ha insegnato. Il restauro dei due dipinti dimostra anche il nostro impegno nella tutela del patrimonio artistico e nella promozione dei valori universali di rispetto e collaborazione».
Il Presidente della CESi, monsignor Antonino Raspanti ha ricordato che «il pellegrinaggio ad Assisi, in un periodo di grande incertezza globale, non è solo un evento spirituale, ma un’opportunità per riflettere e promuovere i valori che San Francesco ha incarnato, valori che ancora oggi risuonano con forza e urgenza. Assisi ed il Mediterraneo, che bagna la nostra Isola, sono segno di dialogo ed incontro. Siamo chiamati, quindi, a promuovere l’accoglienza, la comprensione ed il confronto reciproco, in un mondo spesso diviso».
«San Francesco – chiosa monsignor Calogero Peri, francescano, vescovo di Caltagirone e referente per Assisi – con il suo esempio di fede e semplicità, ha lasciato un’eredità che ancora oggi ispira la Chiesa e la Sicilia. In un contesto di attese e ferite, il suo messaggio invita a rinnovare le relazioni fondamentali: con Dio, con i fratelli, con il mondo e con noi stessi. Invertire le dinamiche distruttive e divisive, rispondere alla sofferenza e coltivare la fiducia sono sfide attuali, soprattutto per una Sicilia che, con il suo ricco passato, cerca un futuro prospero e giusto. Seguendo l’insegnamento di Francesco, si può costruire una terra di pace e speranza».
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