È stato monsignor Georg Gänswein a presiedere, nella Basilica di san Pietro, la celebrazione Eucaristica nel primo anniversario dalla morte di Papa Benedetto XVI.

Il segretario particolare del grande pontefice tedesco, dal 2012 al 2023 prefetto della Casa Pontificia, nel corso della sua omelia ha ricordato – come riporta Angela Ambrogetti di Acistampa – che a proposito di San Giuseppe «Benedetto XVI portava non solo il nome di Giuseppe, ma cercava anche di imitare il suo Patrono, soprattutto con il suo profondo amore a Gesù e a Maria e la sua fedeltà a una vita quotidiana ritmata da preghiera e lavoro. Il cuore di ogni giornata era per lui l’Eucaristia, fonte di luce, di forza e di consolazione. Coltivava pure fedelmente la liturgia delle ore e il rosario, preghiere che conferivano alla giornata la sua struttura. La relazione intima con il Signore si rifletteva poi nei rapporti con le persone attorno a lui, distinti per una grande cordialità, umiltà e semplicità, e anche nel suo lavoro teologico e pastorale, sempre orientato al primato di Dio e all’edificazione della Chiesa».

Gli avversari impacciati e goffi

Papa Benedetto XVI è stato uno dei più grandi teologi dell’ultimo secolo, un uomo estremamente colto, diventato un punto di riferimento per la teologia e per la salvaguardia della fede cattolica. E proprio per questa sua lucidità e competenza dottrinale, non è mai andato a genio ad alcune scuole moderniste, che hanno tentato in tutti i modi (anche attraverso infamanti calunnie) di screditarne l’immagine e l’autorevolezza teologica.

Il pensiero teologico di Papa Ratzinger, faceva perdere (e fa perdere anche oggi) il sonno a molti dei suoi avversari che – teologicamente impacciati e goffi – seppero solo attribuirgli il titolo di “Panzer Kardinal”, cercando in tutti i modi di distruggere e occultare la chiarezza dottrinale da lui espressa in numerosi documenti, libri, discorsi e conferenze.

“Ti faranno guerra ma non ti vinceranno”!

All’idea di una Chiesa liquida e confusa, Benedetto XVI opponeva un magistero evangelicamente concreto e dottrinalmente chiaro. Un vero e proprio problema per i suoi detrattori che cercarono e cercano ancora oggi di distruggere e di mettere in cattiva luce ogni traccia del suo pensiero teologico. Un problema che – per costoro – con la morte terrena di Benedetto XVI non è stato ancora risolto! E come ricorda un interessante passo della Sacra Scrittura: «Ti faranno guerra – si legge nel libro di Geremia –, ma non ti vinceranno” (Ger. 1,19).

Anche Papa Francesco ha ricordato il suo stimato predecessore nel corso dell’Angelus domenicale: «Un anno fa – ha detto Francesco – Papa Benedetto XVI concludeva il suo cammino terreno, dopo aver servito con amore e sapienza la Chiesa. Sentiamo per lui tanto affetto, tanta gratitudine, tanta ammirazione. Dal Cielo ci benedica e ci accompagni. Un applauso a Benedetto XVI!».

Monsignor Georg Gänswein, al termine della sua omelia – profondamente commosso – ha poi ricordato: «Nell’Eucaristia il mistero del Natale rimane presente, nell’Eucaristia la Chiesa viene edificata come famiglia di Dio, nell’Eucaristia siamo uniti con tutti i fedeli, inclusi i santi e i nostri cari defunti. Nell’Eucaristia restiamo uniti anche con Benedetto XVI, sinceramente grati a Dio per il dono della sua vita, la ricchezza del suo magistero, la profondità della sua teologia e l’esempio luminoso di questo “semplice ed umile lavoratore nella vigna del Signore”».

Foto: (Foto Siciliani-Gennari/SIR)

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Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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