Si è svolta ieri la tradizionale Via Crucis cittadina, presieduta dall’Arcivescovo di Palermo monsignor Corrado Lorefice. Dalla splendida chiesa di San Giuseppe dei Teatini alla monumentale chiesa Cattedrale, centinaia di fedeli hanno preso parte al Pio esercizio che ripercorre il cammino doloroso di Cristo verso il Calvario.

I testi delle meditazioni – precedute da un breve passo evangelico – sono stati curati da alcune realtà pastorali presenti in arcidiocesi (lavoro, salute, disabilità, laici, fratelli detenuti).

Ad attendere il passaggio della Croce – portata dall’Arcivescovo –, in ciascuna delle quattordici stazioni della Via Crucis, vi era una rappresentanza delle Confraternite laicali presenti in Città.

Insieme ai presbiteri presenti, anche il gruppo di seminaristi che ha animato la Via Crucis con canti e preghiere, e l’attenta regia di don Giuseppe Vagnarelli (Direttore dell’Ufficio Pastorale) e don Giosuè Lo Bue (Maestro delle celebrazioni della Chiesa Cattedrale).

Particolarmente significativa la riflessione della VII Stazione (Gesù cade per la seconda volta), curata da un detenuto della Casa circondariale “Antonino Burrafato” di Termini Imerese: «Signore Gesù, sai bene che siamo persone come tutte le altre, anche se abbiamo commesso degli sbagli che stiamo pagando dietro le sbarre delle carceri. […] Nella tua caduta sono comprese le nostre cadute, cadute dolorose che ci hanno ferito dal di dentro ma siamo rimasti pur sempre vivi e rinforzati nella fede, sorretti dalle tue cadute. […] Da te abbiamo imparato che dinanzi ad ogni caduta c’è sempre la possibilità di un risollevamento che ci incoraggi a guardare nella giusta direzione: sai bene cosa proviamo perché anche tu, una sola notte, sei stato detenuto».

Il commento all’VIII Stazione (Gesù incontra le donne di Gerusalemme) è stato affidato ad alcune donne detenute nella Casa Circondariale “Pagliarelli” di Palermo: «Signore Gesù, spesso ci sentiamo sole e viviamo momenti di abbattimento, abbiamo paura di cadere e sperimentiamo la tristezza di sentirci sole. Le nostre famiglie sono lontane e i nostri figli ci mancano tanto. Ti chiediamo di affidarci alla tua volontà e soprattutto aiutaci a superare la tentazione di banalizzare e di rendere vano il peccato nel quale siamo cadute perché siamo creature fragili. […] Dacci la forza di assumere con responsabilità l’impegno della nostra conversione e la generosità di chi supera il pericolo di rimanere bloccato davanti alla colpa, così non invecchierà il nostro legno verde…».

Altrettanto significativo il commento alla X Stazione (Gesù è spogliato delle sue vesti), curato dalla Consulta diocesana delle aggregazioni laicali: «Quanti lupi rapaci nelle nostre città guardano alle vite degli uomini e delle donne solo per depredarli? Lupi che spacciano il crack che intorpidisce la mente dei ragazzi; che picchiano gli anziani, quando sono più soli e indifesi nelle strutture che dovrebbero proteggerli; che usano violenza sulle donne che non vogliono piegarsi al loro volere. Gesù non è davvero come i lupi rapaci»

«Spirito Paraclito – ha pregato l’Arcivescovo al termine della Via Crucis –, perfeziona in noi l’opera iniziata da Gesù; rendi forte e continua la preghiera che facciamo a nome del mondo intero. Accelera, per ciascuno di noi, i tempi di una profonda vita interiore; dà slancio al nostro apostolato che vuol raggiungere tutti gli uomini e tutti i popoli, tutti, credenti nel sangue di Cristo e tutti sua eredità. […] Nessun legame terreno ci impedisca di fare onore alla nostra vocazione; nessun interesse, per ignavia nostra, mortifichi le esigenze della giustizia, nessun calcolo riduca gli spazi immensi della carità dentro le angustie dei piccoli egoismi. Tutto sia grande in noi, la ricerca e il culto della verità, la prontezza al sacrificio, fino alla croce e alla morte».

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Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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