Tra qualche giorno i ramoscelli di ulivo e le palme torneranno ad ondeggiare nelle piazze di tutto il mondo, per tornare a sorridere ai numerosi fedeli che si raduneranno nelle proprie chiese per celebrare l’inizio della Settimana Santa, per condividere – come il pane nelle nostre tavole – un pezzetto di storia sacra, il miracolo della fede che rinnova il suo appuntamento, come una sorta di transustanziazione allegorica e popolare interrotta in questi anni dall’emergenza Covid.

Con la prossima Domenica delle Palme torneremo a gustare – con le dovute precauzioni e senza eccessi – quei “santi assembramenti” generati dalla fede, che mettono in movimento la vita del cristiano e che la paura del Coronavirus aveva provveduto a disperdere.

La Pandemia, infatti, ha colpito il mistero del Dio cristiano nel suo centro, che per sua natura è essenzialmente «Relazione», a partire dal Suo essere Padre, Figlio e Spirito Santo, trinitariamente in continuo dialogo, comunione, offerta, dono reciproco, fedeltà e sacrificio; e in quella primordiale e divina relazione è custodito il mistero della nostra esistenza, poiché – a immagine e somiglianza di Dio – sono stati creati gli uomini. Una relazione che però, in questi anni, è stata privata della sua “festa”.

La festa è la conseguenza naturale della relazione tra Dio e gli uomini, la festa – ricordava Papa Francesco durante un’udienza generale – «è un’invenzione di Dio»; e ancora: «Il tempo della festa è sacro perché Dio lo abita in un modo speciale. L’Eucaristia domenicale porta alla festa tutta la grazia di Gesù Cristo: la sua presenza, il suo amore, il suo sacrificio, il suo farci comunità, il suo stare con noi… E così ogni realtà riceve il suo senso pieno: il lavoro, la famiglia, le gioie e le fatiche di ogni giorno, anche la sofferenza e la morte; tutto viene trasfigurato dalla grazia di Cristo. […] Dunque, la festa è un prezioso regalo di Dio; un prezioso regalo che Dio ha fatto alla famiglia umana: non roviniamolo!» (Udienza Generale, 12 agosto 2015).

Adesso che riprenderemo a celebrare le festività cristiane con una presenza “quasi normale”, accogliamole – come ricordava Papa Francesco – «come un prezioso regalo di Dio»!

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Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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