Se gli argomenti di discussione, sulle frasi pronunciate da Gesù (al tempo di Gesù stesso), erano motivo di scandalo per scribi e farisei, immaginiamoci cosa sarebbe accaduto oggi, se in piena pandemia si fosse ripetuto il miracolo del sordomuto raccontato dall’evangelista Marco: «Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: “Effatà”, cioè: “Apriti!”. E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente» (Mc 7,32-36).

Praticamente Gesù, in questa pericope evangelica, commette (per la situazione pandemica attuale) tre gravissimi errori: gli pone le dita negli orecchi, con la saliva gli tocca la lingua, emette un respiro!

Qualcuno (dimenticando che Egli è Dio) osserverebbe che – per la responsabilità divina vissuta –, Gesù non avrebbe mai realizzato questo miracolo, per non mettere a rischio la salute del sordomuto; mentre qualche teologo (uno di quelli che oggi pretende di salvare capre e cavoli con un codice etico diverso da quello cattolico) avrebbe risolto il caso, ipotizzando da parte di Cristo l’uso preventivo del gel antibatterico.

Insomma, si potrebbe dire che in tempi di pandemia nemmeno il Padreterno è libero di compiere i miracoli!

Ovviamente lasciamo che questa simpatica e ironica riflessione interroghi il nostro cuore, e ci concentriamo su un augurio di fine e inizio di anno nuovo, perché il Buon Dio ci renda capaci di un maggiore e coraggioso slancio evangelico, soprattutto in chi in chi ha la responsabilità del proprio ministero e del proprio Battesimo, e a chi è stata affidata una porzione di Popolo di Dio (gruppi, comunità, diocesi ecc.).

Di fronte a Dio, infatti, prima o poi, certe reticenze e silenzi dovranno cadere!

Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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