La scritta “fascista di me**a” accompagnata dal simbolo della falce e martello. È questo l’ignobile dedica comparsa sul mantello della statua di Giovanni Paolo II, collocata a Roma in piazza dei Cinquecento a pochi metri dalla Stazione Termini.

A notare la frase – precisa l’agenzia “Ansa” – «sono stati i carabinieri al termine del presidio a sostegno della popolazione palestinese allestito lo scorso 26 settembre. I militari hanno attivato subito le procedure per la rimozione delle scritte e avviato accertamenti per risalire ai responsabili. Al vaglio le telecamere di videosorveglianza di zona».

Durante il corteo organizzato il 4 ottobre, nella Capitale – riferisce “Il Fatto Quotidiano” – «la scritta è stata poi coperta da un lenzuolo bianco con un messaggio rivolto all’attuale Pontefice: “Sua santità vada a Gaza. Cristo muore lì ogni giorno”».

È certamente chiara la strumentalizzazione ideologica di alcune frange estremiste presenti in Italia e in Europa, per le quali i valori e la cultura cristiana vanno opportunamente rimossi, o – nel migliore dei casi – ritradotti e riadattati ai cosiddetti mutamenti antropologici e culturali del nostro tempo, perché – come qualcuno pensa – se la vita dell’uomo è cambiata, è giusto che cambi anche Dio e la sua dottrina!

Il San Giovanni Paolo II oltraggiato dal “tintoretto” di passaggio a piazza dei Cinquecento, ha vissuto gli orrori della Seconda Guerra Mondiale, il regime e l’ateismo nell’amata patria polacca, divenendo l’artefice del crollo dei totalitarismi in Europa con annessa caduta del Muro di Berlino nel 1989.

Ma questo, lo stolto non può comprenderlo, e l’intelligente – ancorato ai dettami di una certa politica anticristiana – preferisce ignorarlo.

Il messaggio rivolto all’attuale Pontefice – offerto da altri stacanovisti politicizzati –, quello cioè di recarsi a Gaza, perché Cristo muore lì ogni giorno è l’ulteriore conferma a voler condurre il papato e tutta quanta la Chiesa verso una battaglia politica.

Gesù, durante i suoi circa trentatré anni di vita terrena, predicò un “Regno” che trascendeva il potere politico e gli schieramenti ideologici. Nonostante ciò, alcuni dei suoi uditori interpretarono la sua visione come il tentativo di fondare un regno alternativo in opposizione all’Impero Romano.

Tuttavia, se questo fosse stato l’obiettivo, la morte in Croce sarebbe stata una scelta totalmente controproducente!

Foto: Ansa

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Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È Presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e membro dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.