Lunedì 26 maggio, la Conferenza Episcopale Siciliana (CESi) si è riunita a Palermo in una sessione straordinaria presieduta da monsignor Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della CESi. I vescovi hanno aperto l’incontro con un momento di preghiera, esprimendo vicinanza a monsignor Alessandro Damiano e monsignor Pietro Maria Fragnelli, attualmente in cura.
Al centro del dibattito è stato il disegno di legge regionale sul fine vita, attualmente in discussione al Parlamento Siciliano. La CESi ha manifestato forte preoccupazione per le aperture al suicidio medicalmente assistito, sottolineando come tale possibilità contrasti con il principio fondamentale della tutela della vita umana in ogni sua fase.
Durante la discussione è stata richiamata la Nota sul fine vita della Presidenza della CEI del 19 febbraio, che evidenzia come:
“La legge sulle cure palliative non ha trovato ancora completa attuazione: queste devono essere garantite a tutti, in modo efficace ed uniforme in ogni Regione, perché rappresentano un modo concreto per alleviare la sofferenza e per assicurare dignità fino alla fine, oltre che un’espressione alta di amore per il prossimo.”
La CESi auspica interventi legislativi che tutelino la vita e promuovano la creazione di strutture adeguate, come gli HOSPICE, e percorsi formativi per gli operatori sanitari. L’obiettivo è accompagnare con competenza e umanità le persone affette da gravi patologie e le loro famiglie.
La Chiesa, pur ribadendo la propria contrarietà a ogni forma di accanimento terapeutico, riafferma con decisione la sua opposizione all’eutanasia e al suicidio assistito.
Foto: Conferenza Episcopale Siciliana
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