Papa Leone XIV, nella sua prima Udienza generale da pontefice, ha ripreso il ciclo di catechesi giubilari sul tema «Gesù Cristo Nostra Speranza» iniziate da Papa Francesco, invitandoci a ritrovare la speranza e meditando sulle parabole di Gesù che mostrano come Dio opera nella storia.

In modo particolare il Papa si è soffermato sulla parabola del Seminatore (cfr. Matteo 13,1-17), una sorta di introduzione a tutte le altre, nella quale possiamo riconoscere il modo in cui Gesù comunicava e le modalità di insegnamento evangelico utilizzabili ancora oggi.

L’Amore “Sprecone” di Dio

Come saggiamente affermato da Papa Leone, siamo abituati a calcolare le cose – e a volte è necessario – ma questo non vale nell’amore! «Il modo in cui questo seminatore “sprecone” getta il seme è un’immagine del modo in cui Dio ci ama. È vero infatti che il destino del seme dipende anche dal modo in cui il terreno lo accoglie e dalla situazione in cui si trova, ma anzitutto in questa parabola Gesù ci dice che Dio getta il seme della sua parola su ogni tipo di terreno, cioè in qualunque nostra situazione: a volte siamo più superficiali e distratti, a volte ci lasciamo prendere dall’entusiasmo, a volte siamo oppressi dalle preoccupazioni della vita, ma ci sono anche i momenti in cui siamo disponibili e accoglienti. Dio è fiducioso e spera che prima o poi il seme fiorisca».

Dio ci ama in un modo speciale: non attende che diventiamo perfetti, ma ci offre sempre la sua Parola con grande generosità. Forse è proprio vedendo questa sua fiducia in noi che nascerà il desiderio di migliorarci. Questa speranza si fonda sulla grande generosità e misericordia di Dio.

Gesù è la Parola che si dona

Quando Gesù spiega come il seme porta frutto, sta parlando anche della sua stessa vita. Lui è la Parola, è il seme. E affinché un seme dia frutto, deve “morire”. Questa parabola ci rivela che Dio è disposto a “sprecarsi” per noi, e che Gesù è pronto a sacrificare la sua vita per trasformare la nostra.

Speranza nel raccolto

Vincent Van Gogh, Seminatore al tramonto, 1888, Museo Kröller-Müller, Otterlo

Papa Leone nel corso della sua riflessione ha richiamato alla mente il bellissimo dipinto di Van Gogh: Il seminatore al tramonto. Quell’immagine del seminatore sotto il sole cocente ci parla anche della fatica del contadino. E colpisce che, alle spalle del seminatore, Van Gogh abbia rappresentato il grano già maturo.

Sembra proprio un’immagine di speranza, «in un modo o nell’altro – ha ricordato Papa Leone XIV -, il seme ha portato frutto. Non sappiamo bene come, ma è così. Al centro della scena, però, non c’è il seminatore, che sta di lato, ma tutto il dipinto è dominato dall’immagine del sole, forse per ricordarci che è Dio a muovere la storia, anche se talvolta ci sembra assente o distante. È il sole che scalda le zolle della terra e fa maturare il seme».

Al termine dell’Udienza, a proposito della preoccupante e dolorosa la situazione nella Striscia di Gaza, il Pontefice ha detto: «Rinnovo il mio appello accorato a consentire l’ingresso di dignitosi aiuti umanitari e a porre fine alle ostilità, il cui prezzo straziante è pagato dai bambini, dagli anziani, dalle persone malate».

Testo integrale

Segui Porta di Servizio

Seguici sul nostro canale WhatsApp oppure qui t.me/portadiservizio sul gruppo Telegram.

Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È Presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e membro dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.